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Silvio Dissegna
il S. Domenico Savio dei nostri tempI ?

di Mons. Eleuterio Favella

Fonte: dal profilo fb dell'autore
Segnalato da: Dott. Luca Scarascia

       Ai nostri giorni, sembra quasi impossibile la vita del piccolo Silvio Dissegna. In una società edonistica, tutta dedita al piacere, a qualunque piacere purché piacere, pare impossibile l'eroismo di un bambino che vive la sua terribile e grave sofferenza per la salvezza del mondo. Eppure Dio ci ha fatto il dono immeritato di un Silvio Dissegna, e questo nonostante lo sfacelo morale ed ecclesiale in cui viviamo. Con questo dono Dio ci mostra la sua grandezza e ci dice che padrone della Storia è Lui: Lui che decide della presenza di un eroico bambino, di un Angelo, nonostante l'ammorbante e mortifero regno di Satana oggi imperante.
       Silvio Dissegna sembra un bambino di un'altra epoca! Invece questo piccolo eroe nasce negli anni ’60 e muore solo nel 1979.
       Pur vivendo nel post Concilio Vaticano II, il piccolo Silvio ha alle spalle una buona famiglia che gli insegna santi principi, timor di Dio e soprattutto la recita del Santo Rosario.
       A voler fare un confronto con i bambini di oggi, gli occhi si riempiono di lacrime… Eh già! Quale bambino oggi ha buoni principi e timor di Dio se fin da quando è piccolissimo gli viene insegnato a dir parolacce ed espressioni scurrili? Quale bambino si mostra pio e remissivo se abbiamo addirittura esempi di bambini disperati per il solo fatto di stare chiusi in casa durante il lockdown? Un bambino è arrivato persino a suicidarsi!… Quale bambino si mostra benevolo e felice nella recita del Santo Rosario se non gli viene insegnata neanche la Croce o una semplice Ave Maria?…
       La lettura della storia di questo piccolo venerabile è un momento di riflessione soprattutto per i genitori di oggi che si preoccupano tanto di ogni aspetto materiale della vita dei propri figli, e non pensano affatto all'aspetto più importate: alla formazione di un’anima santa e forte, che possa affrontare e combattere le insidie del demonio, oggi imperante nella nostra società!

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

 
      Nato a Moncalieri il 1° luglio 1967, festa del Preziosissimo Sangue di Gesù, Silvio Dissegna cresce sano, intelligente e vivace nella sua casa di Poirino, con Carlo, il fratello più piccolo di un anno, ricevendo una luminosa educazione cristiana.
 
      I suoi genitori gli fanno conoscere Gesù e gli insegnano a pregare, mattino e sera, sicchè tra lui e Gesù, nasce presto un rapporto intenso, come un "intesa segreta", che diventa vera "vita a due" il giorno della Prima Comunione, il 7 settembre 1975.
 
      Da quel momento, il più grande desiderio di Silvio è quello di ricevere Gesù, il più spesso possibile, almeno tutte le domeniche, andando alla Messa, preparato dalla confessione e da un continuo impegno.
 
      A scuola, si distingue tra tutti per le doti e per l'impegno, ma gli piace pure tantissimo giocare a pallone, a bocce, a nascondino, a far passeggiate a piedi e nei boschi.
      E' un bambino precoce, dallo stile inconfondibile, che "colpisce" chi lo conosce.
 
       Per il Natale 1977, quando ha 10 anni, la mamma gli regala la macchina da scrivere: Silvio la collauda subito, dattilografando su un foglio: «Ti ringrazio, mamma, perché mi hai messo al mondo, perché mi hai dato la vita, che è tanto bella! Io ho tanta voglia di vivere!».
 
       All'inizio del 1978, si lamenta per un insistente dolore alla gamba sinistra: ricoverato all'ospedale di Moncalieri, i medici scoprono che si tratta di cancro alle ossa.
 
      Non ha ancora 11 anni, Silvio, ma intuisce che cosa gli sta capitando.
      Non dispera: desidera guarire, ma si affida alla volontà di Dio, prega...
      Il 21 maggio 1978, già in carrozzella, riceve la Cresima, nella chiesa parrocchiale di Poirino.
 
      Le sue condizioni si aggravano sicchè il 4 giugno, chiede ai suoi: «Dite a don Luigi che mi porti la Comunione a casa, tutti i giorni».
      Il parroco di Poirino lo accontenta subito, portandogli quotidianamente Gesù Eucaristico e Silvio si aggrappa al Rosario e prega la Madonna intensamente, sempre più a lungo.
 
       Comincia una lunga Via Crucis, dal giugno 1978 al gennaio 1979: per sette volte, va con il papà all'ospedale "G. Roussy" di Parigi, in cerca di cure e di guarigione.
I dolori si fanno atroci.
 
      Una volta, nel letto vicino al suo, c'è un ammalato che bestemmia continuamente.
      Il bimbo, solitamente lieto nonostante le sofferenze, non sorride più e scoppia in un pianto dirotto.
      Poi, prende la corona e recita ad alta voce tante Ave Maria, quante sono le bestemmie che ha sentito.
 
      La mattina seguente, confida: «Papà, io non riuscirò qui a Parigi a riparare con altrettante Ave Maria tutte le bestemmie che quell'uomo scaglia contro il Signore e la Madonna: ne avrò ancora da dire quando tornerò in Italia».
 
     Dei suoi dolori si è dimenticato e quel che importa è riparare il peccato altrui: l'Eucarestia gli fa comprendere il supremo valore salvifico della sofferenza.
      La bufera terribile della malattia incurabile continua ad abbattersi su di lui eppure, Silvio, grazie a Gesù, il Crocifisso Risorto che lo vivifica, è più forte di ogni bufera e trasforma la sofferenza in redenzione del mondo.
 
     Affronta i dolori che lo consumano, con una fede profonda, un'intimità con Gesù, che stupisce chiunque, anche i sacerdoti che passano a trovarlo
 
       E' forte e sereno: accoglie tutti con un sorriso, incoraggia i genitori e il fratello, fa forza persino al medico che si sente impotente: chi lo avvicina, sente che Dio stesso è presente e vivo in quella fragile creatura.
 
      Nel maggio 1979, la gamba sinistra si spezza.
      Ampie piaghe si aprono nel suo corpo.
In giugno, perde anche la vista e, in settembre, in gran parte, l'udito: i dolori lo schiantano, ma non si lamenta mai.
Solo, chiede con insistenza assoluta: «Voglio ricevere la Comunione tutti i giorni. Io ho bisogno di Gesù, tutti i giorni, che doni tanta forza a me e a voi, mamma e papà».
 

      Quando don Luigi, quotidianamente, arriva a portargli Gesù, Silvio diventa radioso di gioia, come un assetato nel deserto cui offrono un bicchiere d'acqua, come chi si strugge interamente per Colui che ama.

 

      Il mese di agosto è per Silvio uno strazio continuo.
      Stringe tra le mani una corona con le decine di diverso colore, uno per continente, il "Rosario missionario", e prega per il mondo intero, affinché Gesù sia conosciuto e amato, affinché i missionari lo facciano conoscere e amare.

 

      Lunedì 24 settembre 1979, al mattino, riceve, lucido e forte, per la terza volta, l'Estrema Unzione ed il Viatico.
      Prega con il parroco compitamente ed è come se profferisse il suo "Consummatum est".

 

      Perde conoscenza nel pomeriggio, e alle 21.20, mentre scende la sera e tutto è silenzio, Silvio Dissegna va incontro a Gesù, perdutamente amato.

 

      Ai suoi funerali, partecipano decine di sacerdoti e un popolo innumerevole, colpiti dal passaggio in terra di questo piccolo Angelo.

 

      La causa di beatificazione fu aperta l'8 febbraio 1995 dall'arciv. di Torino, card. Saldarini.

 
Come procede la causa di beatificazione?
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